project:

San Salvatore 1988

In greco antico c’è una parola che racchiude in sé il senso del Bello e del Buono: Kalokagathia. Questa parola, così densa di significati, in San Salvatore 1988 diventa il fil rouge di tutta la sua identità agricola. Tutto inizia a metà degli anni ‘40 a Boscoreale, alle falde del Vesuvio, città natale di Peppe Pagano (che da qui in poi, per semplicità, chiameremo solo Peppe) anima dell’Azienda Agricola San Salvatore 1988, del Savoy Beach Hotel e di tante altre cose. All’epoca Peppe era solo un ragazzo che nel tempo libero dava una mano nella Cantina di famiglia, però è lì che qualcosa comincia a nascere in lui. Con il tempo cambiano tante cose e Peppe si trasferisce a Paestum dove diventa un affermato albergatore che decide di aprire la sua azienda agricola per produrre vino, olio e tanti altri prodotti.

Anche se all'epoca eravamo una piccola agenzia Peppe decide di credere in noi e ci chiede di lavorare a tutta la branding identity della sua nuova azienda, solo con una “proposta”: utilizzare il bufalo nella grafica. Questo animale, simbolo della forza vitale e della terra, rappresentava tanto l’azienda quanto il soggetto dicotomico della bufala, praticamente onnipresente a Paestum.
L’idea ci piacque subito e iniziammo a lavorarci su, inizialmente utilizzando delle acqueforti poi con delle interpretazioni del bufalo più creative, senza però trovare una sintesi valida.

Alla fine l’idea fu di disegnare il bufalo come avrebbero fatto gli antichi Greci sui loro manufatti, usando lo stesso stile iconografico. Passammo poi al pittogramma e al logotipo, preferendo per quest’ultimo un font bastoni più moderno, fino ad arrivare ad un'immagine-simbolo così essenziale da diventare subito senza tempo.

Dovendo pensare anche all’identità verbale, durante una riunione ci ricordammo di una storia che Peppe raccontava e racconta ancora oggi, l’aneddoto di un bufalo scappato e finito tra le vigne.

Da quella storia (e da Marvin Gaye) nasce “Ho visto un bufalo tra le vigne e ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me”. Tutto il visual di San Salvatore, più che raccontare un prodotto racconta un territorio, a partire dal naming dei suoi vini (Elea, Trentenare, Vetere, Jungano…) tutti derivati da luoghi o toponimi locali. Unica eccezione Gillo, un aglianico riserva, dedicato al grande Maestro Gillo Dorfles, critico d'arte, pittore, filosofo e accademico italiano e soprattutto grande amico di Peppe, che per anni ha passato le sue estati proprio nel suo albergo.

La Riserva porta sia il suo nome in etichetta che i suoi disegni sul fronte, disegni dai tratti unici che l’artista ha regalato all’Azienda. Altra novità rispetto al territorio furono le bottiglie: tutte le cantine preferivano le bordolesi, noi pensammo di tornare alle più eleganti borgognotte, che vestimmo con etichette avvolgenti dai colori chiari. Dopo il vino arrivarono anche tutti gli altri prodotti che decidemmo di diversificare con i colore, delle capsule o di altri elementi grafici.

Con la sua forza creativa San Salvatore 1988 si è inserita in un territorio con una storia vitivinicola minima e ha creato un precedente, raccontando il Cilento attraverso il buono e con una brand identity bella forte che continua ad ispirare.

E da questo nasce la Kalokagathia Cilentana.
client:

San Salvatore 1988

type of work:

Branding & packaging design

sector:

Wine

when?

2010

sound

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